Prevenire i tumori mangiando con gusto

 

E' davvero affascinante constatare come moltissime spezie e aromi di uso comune in cucina contengano preziose molecole in grado di influire su alcuni processi legati allo sviluppo di svariate patologie, fra cui il cancro. Per secoli, gli speziali (antenati dei moderni farmacisti) hanno mantenuto un severo controllo sul loro impiego per la cura dei più svariati dolori. Non a caso, una delle peculiaità delle spezie risiede nell'elevato tenore di molecole antifiammatorie in grado di sfavorire le condizioni di crescita delle cellule malighe di microtumori. Nella grande varietà di sostanze naturali speziate, tre sono le principali famiglie particolarmente ricche di queste molecole favorevoli: Zingiberacee, Apiacee, Lamiacee.

1. Zingiberacee - Originarie dell'Asia S.O., della Cina e dell'India, comprendono sia lo zenzero (Zingiber officinale) che la curcuma (Curcuma longa). Impiegate in ambito medico da oltre 5000 anni, trovano attualmente impiego nella preparazione di cibi anche nei Paesi europei. Seppur diverse per aspetto e sapore, entrambe le radici posseggono molte molecole con potere antifiammatorie, rispettivamente: curcumina e gingerolo. La bibliografia di settore riporta come l'impiego quotidiano di curcuma diminuisce la concentrazione ematica di molecole proinfiammatorie, mentre lo zenzero allevia i dolori nelle  persone affette da artrite reumatoide. Visto il ruolo fondamentale che gioca l'infiammazione nella progressione di uno stato tumorale è facile capire quanto sia importante la prevenzione. Gingerolo e curcumina esplicano un doppio effetto nei confronti delle cellule malate, poichè ne ostacolano la nutrizione (apoptosi) e l'infiammazione cronica (neovascolarizzazione), fasi essenziali per la crescita del cancro. 

Curcumina

P.S: la curcuma, per poter essere assimilata dall'organismo, deve essere disciolta in olio EVO e un pizzico di pepe nero. Solo così l'organismo sarà in grado di assimilare questa preziosissima molecola.

2. Apiacee - Ampissima famiglia di piante in cui ricadono le erbe aromatiche, finocchio, cumino, coridandolo, prezzemolo, etc. per le quali nel Regno di Carlo Magno vigeva l'obbligo di coltivazione nei monasteri. L'azione anticancerogena è svolta principalmente dai polifenoli, di cui il più abbondante è l'apigenina, sostanza che inibisce straordinariamente la crescita delle cellule malate, stando ai dati di laboratorio. Questo pur essendo una molecola la cui struttura è profondamente diversa da quella posseduta dalle sostanze "positive" presenti nelle altre famiglie di spezie.

3. Lamiacee

Il nostro mar Mediterraneo non solo ci offre splendide acque, ma anche importantissimi aromi come basilico, rosmarino, menta, timo, maggiorana, origano, etc. La luteolina, polifenolo di cui sono molto ricchi menta e timo ha una spiccata azione inibente, già a basse concentrazioni, nella mobilitazione delle cellule indispensabili per il buon funzionamento dei vasi sanguigni sfruttati dalla malattia per diffondere.

 

Un cenno storico...

Nel 1931, lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg fu insignito del Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria del cancro. Egli scoprì che il cancro è il risultato di un potere antifisiologico e di uno stile di vita ant-fisiologico.

La causa venne da lui individuato con uno stile antifisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica; condizioni nelle quali il corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule). L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido. Warburg affermò che: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: se una persona ha uno, ha anche l’altro”.

Secondo i suoi studi, privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore era possibile convertirla in un cancro. “Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni secondo lo scienziato).

Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto dimostrò che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).

 

 

 

I funghi aiutano a combattere il cancro

Dai comuni funghi è possibile estrarre delle sostanze che possono essere attive nel combattere una delle malattie che ancora deve trovare una cura definitiva: il cancro.

Ad aver sondato la possibilità di trovare nuove strade sono i ricercatori del MIT (il Massachusetts Institute of Technology) e dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign (UIUC), coordinati dal professore associato di chimica Mohammed Movassaghi, che hanno analizzato 60 nuovi composti estratti dai funghi per valutarne le proprietà anticancro.

Movassaghi e collegi del MIT, alcuni anni fa avevano già condotto uno studio in cui erano stati in grado di sintetizzare chimicamente un composto fungino molto complesso denominato “11,11’-dideoxyverticillin”. Questo composto aveva infatti dimostrato attività anticancro.
L’utilizzo di un composto sintetizzato chimicamente era derivato dalla constatazione che in natura, nei funghi, le sostanze con presunte proprietà anticancro sono presenti in quantità assai modeste.

Con questo nuovo studio, riporta la rivista Chemical Science, il team di ricerca ha voluto analizzare e osservare, per la prima volta e in modo uniforme, la capacità di uccidere le cellule tumorali umane da parte di un grande pannello di composti fungini.
«Ciò che è stato particolarmente emozionante per noi era vedere, attraverso diverse linee di cellule di cancro, che alcuni di questi composti sono molto potenti», conclude Movassaghi.
Viste le potenzialità intrinseche di questi composti, gli scienziati auspicano che si possa aprire la strada per lo studio e la creazione di nuovi efficaci farmaci anticancro.
 

Frutti di bosco

 

Fragole, mirtilli neri, mirtilli rossi, ribes, more, lamponi....

 

 

 

 

Fonti privilegiate di polifenoli dal potenziale antitumorale: acido ellagico, proantocianidine, antocianidine. E' preferibile che i mirtilli rossi vengano consumati essiccati, anzichè il succo, aggiungendoli ad esempio ai cereali, un kiwi o frutta secca per la prima colazione. I mirtilli neri e le altre bacche possono essere consumati tutto l'anno se in forma surgelata, in aggiunta alla yogurt, al gelato o alla ricotta magari spolverata con della cannella e addizionata di fruttosio. Oltre a tutti i frutti di bosco, alimenti (frutta e verdura) con apprezzabile attività antiossidante sono: mele (Delizia), fava rossa, ciliegie, prugne, avocado, asparago, cipolla, radicchio, spinaci, pere, arance, uva rossa, pompelmo, pesca, mango melanzane, broccoli, albicocca, mandarino, ananas, banana, pesca noce, kiwi, e tanto altro ancora. L'elenco completo di questi alimenti potete reperirlo su: J. Agric. Food Chem. 52 (2004), pp. 4026-4037.

 

Alga Wakame

Molto tenera e di un bel verde scuro, la Wakame è l'alga più utilizzata per preparare zuppe, insalate, oltrechè nella cucina giapponese. Oltre all'eccezionale contenuto di calcio (tredice volte superiore a quello del latte) essa contiene una elevata percentuale di fucoidano e fucoxatina, due potenti inibitori della crescita delle cellule cancerose. La Wakame, così come la sua forma immatura (Mekabu), è particolarmente attiva contro il tumore al seno.

Il suo gusto è talmente intenso da ricordare quello dell'ostrica! 

 

 

 

Carni affumicate

Carni affumicate e gli altri alimenti che contengono conservanti come i nitriti (salsicce, bacon, prosciutto, etc.) aumentano il rischio di alcuni tipi di cancro a causa della loro trasformazione in sostanze cancerogene. Limitate il più possibile il consumo di questi alimenti, oltre a quello delle carni bruciacchiate. Durante la cottura della carne sulla fiamma viva, il grasso che cola e si infiamma produce delle sostanze tossiche (idrocarburi aromatici) che aderiscono alla superficie della carne e possono avere effetti cancerogeni. Inoltre, la cottura delle proteine animali ad alte temperature provoca la formazione di altre sostanze cancerogene: le ammine eterocicliche. Alcuni studi condotti di recente suggeriscono che far marinare la carne con succo di limone, anzichè aceto, vino o salsa di soia, puà invece ridurre la formazione di queste sostanze poco raccomandate. Evitare anche i prodotti che utilizzano il sale come conservante che ha fatto registrare come, nei Paesi maggior consumatori di questo alimento, ci sia una maggiore diffusione di patologie associata a un diverso apporto alimentare dei prodotti salati.